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E’ straordinario tutto ciò!
Proviamo a vivere questi giorni non come un castigo divino (semmai qualcuno di voi l’avesse mai pensato…), ma come un’opportunità, l’opportunità di avere tempo! Sono tante le opere alle quali potersi dedicare… Penso per esempio alla qualità dei rapporti familiari che tante volte, nel frastuono della quotidianità, trascuriamo. Oppure un hobby, una passione personale che forse abbiamo accantonato. O più semplicemente se stessi, dedicarsi a se stessi, alla cura di sé. Che non significa andare dall’estetista, ma stare un po’ di più in dialogo con noi. Ci consigliano per precauzione la distanza sociale, in verità ci invitano senza saperlo alla prossimità di sé, che occasione privilegiata!! Scrivete una pagina di diario, scattate una foto diversa dal solito, il selfie fatelo allo specchio guardandovi in faccia per due minuti, cercate un vecchio film di cui ignoravate l’esistenza. Aspettatevi: non abbiate paura del silenzio e della solitudine. Sfruttateli per riscoprirvi. Fate qualcosa di diverso dal solito! Non rimbambitevi di videogame, non naufragate nel web, non annoiatevi! Fate qualcosa di rivoluzionario: che so, comprate un fiore da offrire a una persona che vi sta a cuore. Scrivete una lettera d’amore! Oppure scrivete una lettera di protesta al mondo da infilare in una bottiglia. Fate qualcosa di insolito: chiedete perdono ad un amico che avete trascurato… scorrete la rubrica del telefono e fate una telefonata a sorpresa ad un vecchio zio, ad una persona sola… Fate qualcosa di epico: leggetevi un libro! Ancora di più: leggetevi una poesia a caso dal libro di letteratura. E cercate di capirne il senso senza guardare le note. Leggete la pagina dei necrologi e fate qualcosa di umano, mettetevi a piangere! Mettete su una bella canzone, quella che piaceva tanto al nonno che ora non c’è più. Fate qualcosa di assoluto: andate al cimitero, lì tra quei marmi scolpiti, nessuno potrà mai contagiarvi se non dell’idea dell’eterno che non sappiamo più sfidare. Fate qualcosa di buono: una pasta cacio e pepe! Io oggi vi terrò compagnia con dei fusilli agli agretti e ricotta salata. Fatelo strano: entrate in una chiesa e fissate negli occhi quell’uomo inchiodato alla croce, che cosa vuoi tu da me? Compite un miracolo, non posso dirvi io quale. Sì, parleremo anche di scuola certo, che tante volte rischia di diventare una cosa diversa da tutto questo. Un giorno, speriamo presto, si tornerà all’ordinario e potremo forse starnutirci addosso all’impazzata come rito liberatorio, ma intanto godiamoci questo evento miracoloso: la riscoperta della nostra fragilità.
Un abbraccio, il prof
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